Dolore alla caviglia – Lesione della sindesmosi tibioperoneale distale

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Lesione della sindesmosi tibioperoneale distale – cause e sintomi

Consiste nella lesione completa o parziale di uno o più legamenti della sindesmosi tibioperoneale: Legamento tibioperoneale anteroinferiore (AITFL), Legamento tibioperoneale posteroinferiore (PITFL), Legamento trasverso, Legamento interosseo e Membrana interossea.

È più frequente tra gli sportivi ed in particolare in sport di contatto ma può verificarsi anche a seguito di traumi a bassa energia come cadere dalle scale o scivolare sul terreno di gioco.

Spesso non vengono diagnosticate e necessitano di un maggior tempo per il recupero, arrecando più dolore e disabilità persistenti rispetto alle altre forme di infortunio alla caviglia ; questo può comportare l’impossibilità di tornare allo sport per alcuni atleti o la incapacità di tornare ai livelli prestazionali pre-infortunio.

Il tasso è più alto per gli uomini che per le donne, in quanto tendenzialmente le donne sono coinvolte meno negli sport di contatto ed i traumi possono essere ad energia minore. È inoltre maggiore nella fascia di età compresa tra i 18 e 34 anni per poi decrescere lentamente con l’età.

Parte degli infortuni alla sindesmosi avviene durante le competizioni, e il meccanismo di lesione più comune è da contatto con un altro giocatore; seguito poi da meccanismi non da contatto e da contatto con la superficie di gioco.

Trattamento

L’aspetto principale legato alla lesione della sindesmosi è la suddivisione tra:

lesioni stabili, in cui è sufficiente il trattamento conservativo con gesso/tutore come primo approccio,

lesioni instabili potenzialmente candidate a trattamento chirurgico, le quali possono esitare in una diastasi latente o una diastasi franca (evidente apertura della pinza per maggior coinvolgimento legamentoso).

La differenza tra una lesione stabile ed una instabile sta nel numero e nella gravità del coinvolgimento dei legamenti, dunque della capacità residua della pinza tibioperoneale di mantenere stabile l’articolazione tibio-astragalica. Mancano delle classificazioni per differenziare clinicamente tra lesioni stabili ed instabili; quindi, a volte, può essere necessario approfondire tramite indagini di agnostiche per valutare se è necessario intervenire chirurgicamente, definendo la reale entità del danno.

dolore alla caviglia

Per quanto concerne la chirurgia, rispetto al passato in cui si usava un fissaggio con vite, la fissazione delle lesioni della sindesmosi è effettuata con la tecnica suture buttom: si applicano due mezzi di fissazione laterali, più elastici rispetto alle viti e che somigliano a dei “bottoni”, che permettono al perone di meglio adattarsi al movimento dell’astragalo, avvicinandosi di più alla normale anatomia funzionale.

Vi è un alto tasso di ritorno allo sport ad ogni livello dopo lesione della sindesmosi, sia con trattamento chirurgico che conservativo, essendo che in media il 93,8% degli atleti può ritornare ai livelli pre-infortunio, dopo che il dolore alla caviglia è scomparso del tutto.

Per quanto riguarda i principi di trattamento, sono simili a quelli utilizzati per la distorsione laterale di caviglia ma con adattamenti relativi alla specifica anatomia, fisiologia e patomeccanica delle lesioni della sindesmosi.

Il trattamento riabilitativo ha l’obiettivo di ottimizzare la funzionalità e la partecipazione alle attività lavorative e sportive.

La gestione prevede:

l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei

ghiaccio

compressione ed elevazione in scarico dell’arto inferiore interessato,

l’uso di un supporto esterno di caviglia anche fino ad un anno di distanza dall’infortunio,

protezione, carico ottimale ed esercizi di controllo integrati.

dolore alla caviglia

La terapia manuale (con mobilizzazioni e manipolazioni) migliora la dorsi-flessione e riduce il dolore nel breve termine dopo distorsione laterale di caviglia.

I programmi di esercizio terapeutico consistono principalmente in training neuromuscolare e posturale. Gli obiettivi principali sono migliorare la mobilità, la forza, il controllo posturale statico e dinamico e le funzioni sensomotorie.